




Titolo: 12. E VISSERO TUTTI FRIENDZONATI E CONTENTI
Ovvero una storia con ciliegina sulla torta ma senza lieto fine
Buon pomeriggio ascoltatrici e ascoltatori, ci scusiamo per il disagio ma l’episodio dei Tinder Games oggi non andrà in onda, interrompiamo le trasmissioni per una notizia dell’ultimo minuto, ok magari degli ultimi giorni ma fa lo stesso.
Sabato 29 luglio, ore 19:20: era un caldo pomeriggio nel quartiere Monteverde di Roma, Arianna Pelopini era distesa sul divano: sudava e parlava al telefono con Giovanni Scienti in arte Vanni quando le arriva un avviso di chiamata.
La signorina Pelopini allontana il telefono dall’orecchio, guarda il nome sullo schermo... Filippo festapaolo… sì l’ho salvato così sul telefono perchè non so il cognome… FIlippo festapaolo…
Filippo del “anche tu avrai la casa al mare”… Filippo del “che ci facevi a Santa Marinella?”… Filippo del… Filippo del bel cazzo di niente visto che era sparito ed oplà eccolo qui a chiamarmi… Però mi sta chiamando dai.. che carino…
C’è da dire che questo ragazzo ha il grande tempismo di comparire nei giorni meno opportuni e soprattutto quando sono alle prese con hangover di un certo livello.
La sera prima ero andata alla cena aziendale della Circle prima della chiusura estiva… Che uno pensa alla cena aziendale di una multinazionale, di una experiential company, e si immagina tavoli rotondi con tovaglie damascate, lume di candela e brindisi col cucchiano contro il flute… e io infatti sono arrivata lì in stile timorata di nostrosignore cercando di darmi un tono… tutti all’inizio ci siamo dati un tono… Poi hanno messo Titi me preguntò, mi è partito il movimento di fianchi e non c’ho capito più un cazzo.
Morale, ci siamo lerciati tutti, tutti, dagli stagisti ai senior manager, Glandani compreso, che in un momento di euforia mi ha proposto di seguirci su Facebook… Io volevo sotterrarmi, perchè peggio di un tipo appena conosciuto su Tinder che ti chiede il profilo social per vedere effettivamente chi sei che fai e il tipo di attaccamento materno secondo la teoria di Bowlby hai ovverosia che tipo frasi filosofiche abbini alle foto del culo delle tette o dei piedi, peggio di questo c’è il tuo capo che ti chiede il profilo…
Il fatto è che dalla fine dell’università, i social si rivelano una gran bella gatta da pelare… Che poi, parentesi, perché si pela una gatta, che è na patata? sto detto non l’ho mai capito ma io i detti non li colgo proprio al volo, bisogna dirlo, fino a qualche tempo fa non mi era chiaro il perché non bisognasse guardare nella bocca di caval Donato e sì, pensavo che ‘donato’ fosse il nome del cavallo...
I social a mio avviso si rivelano una gran bella seccatura quando ti accorgi che stai passando dal pensiero del ‘ommioddio speriamo che Evaristo guardi il selfie con le tette da fuori’ a quello del ‘ommioddio speriamo che Glandani non guardi il selfie con le tette da fuori’.
Già, perché se il tuo capo ti chiede il profilo Facebook, tu non è che puoi dirgli di no, no, devi anzi specificargli, per farti individuare tra le Arianna Pelopini del mondo, che come immagine del profilo hai una foto con indosso una maschera rossa alla Eyes Wide Shut e le tette da fuori, ma quest’ultimo dettaglio quantomeno lo ometti e gli lasci la sorpresa di scoprire con un click di aver toppato stagista.
Dopodiché ti allontani e passi il resto della serata cercando alla bell'e meglio di censurare il 99periodico% del profilo a cominciare dal fatto che hai scritto di vivere a Parigi e lavorare presso Bukowski… Porca miseria, mi dico sempre che almeno da Facebook devo cancellarmi visto che non lo uso da dieci anni.
Dovrebbero inventarsi delle soluzioni a queste epocali figure di merda, per esempio:
"Ascoltami bene, stupida ragazzina, di sta minchiata che stai a posta’ adesso, fra cinque-dieci anni se hai messo un briciolo di sale in zucca... che perché si mette il sale sulla zucca? forse perché la zucca è dolce, sì sarà così... di sta minchiata cento cento te ne pentirai e i sensi di colpa, senti a me, è meglio limitarli ai risvegli in hangover, che dai 25 in su saranno tanti e tanto problematici perché tutto ha un limite, compresa la resistenza epatica.
Hai capito? Prima o poi sta faccia con la maschera veneziana dovrà sembrare una persona meritevole di un contratto a tempo indeterminato. O determinato. O a progetto. O apprendistato. O tirocinio. Non pagato. Insomma devi meritarti come tutti di essere sfruttata per fare il tuo dovere e ubriacarti ammerda a fine turno.
Sì, lo so a voi di tutto ciò non ve ne frega un cazzo e volete sapere di Filippo, ma per farvi capire quel pomeriggio mi trovavo sfatta sul divano a pregare San Giuda Taddeo Apostolo patrono dei casi disperati che Glandani si dimenticasse di avermi aggiunta su Facebook. E mentre recitavo sto rosario di lamenti al telefono con Vanni mi arriva puntuale come il ciclo durante le vacanze l’avviso di chiamata di Filippo.
“Mhe? E non gli rispondi?”, mi chiede vanni
“Ma col cazzo che rispondo a sto stronzo… Non è che può farsi sentire quando vuole lui.. Non lo voglio un Mattia 2 nono”
(Ta-ta-ta informazione di servizio: se non sai chi cazzo è Mattia o se non sai chi cazzo è Filippo punto primo sei una cacca, punto secondo recuperati gli episodi 0, 1, e 4)
Mezzo secondo dopo aver concluso la frase, sento suonare la porta ma non vado ad aprire, mia madre era in tournée, Paolo il vicino solitamente mi urla da fuori tanto i muri sono di carta e a parte Vanni nessun altro sa dove abito.
Dopo altri 3 secondi suonano di nuovo e
“Chi è ?” chiedo seccata
“Lo stronzo” sento rispondere.
E sì Filippo, era Filippo che a quanto pare aveva sentito tutto sempre perchè sti cazzi di muri sono di carta.
Io non rispondo all’inizio perché ero occupata a decidere se prendermi a testate al muro per la figura di merda però probabilmente ne sarei uscita illesa, forse il balcone si sarebbe prestato a un suicidio più efficace ma Filippo non demordeva e
“Me lo meritavo quello stronzo” mi dice.
Gli apro e con sorriso impacciato lo saluto.
“Sto andando da Paolo per una birra ma volevo salutarti ” mi ha detto.
Voleva salutarmi lo stronzo, mo si ricorda, dopo 62 giorni si ricorda di salutarmi… però dai, poteva non salutarti è stato dolce… Ho cercato di mantenere un contegno più contegnoso di quello che mi ero data alla festa del giorno prima e infatti gli ho risposto malissimo… poi però lui continuava a rimanere lì impalato senza cenno di voler andarsene e allora gli ho chiesto se voleva entrare.
Entra, ci mettiamo in salone e nel frattempo prendo due birre dal frigo per affrontare lui dentro casa mia e la futura conversazione, conversazione piacevolissima, maledettamente piacevolissima, così piacevole che lui si è dimenticato di andare da Paolo e io mi sono dimenticata di essere arrabbiata con lui.
Dopo tre ore e tre Ceres ho però iniziato a ignorare la conversazione piacevolissima, perchè che cazzo quando si decide questo a baciarmi? Cioè, è venuto qua solo per parlare? E annamo su!
Non che mi aspettavo nulla, sia chiaro, quale persona sana di mente vorrebbe accollarsi una che sullo specchio del cesso ha appiccicato un foglio con un verso di Alda Merini, di Alda Merini e basta già questo a dare l’allarme.
“Ma da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”,
che sicuramente è una bella frase, motivazionale, però che pianto.
E me lo immagino lui, la prima volta che è andato a pisciare, mentre magari preparava alla battaglia il suo fedele compagno tra le gambe 'Spartano stasera ceneremo nell’Ade', poi si lava le mani e legge delle profonde ferite… è già tanto che il prode Spartano non gli sia caduto nel cesso.
Probabilmente il mio disappunto era diventato più evidente visto che Filippo intromettendosi nei miei pensieri a un certo punto mi ha detto
“Ti starai chiedendo perché non ti sono ancora saltato addosso”
Eh cazzo sì “No, non mi sto chiedendo niente Filippo, ci sta, è successo una notte, eravamo belli devastati”
“Sì ma io ti salterei addosso anche adesso” ma scusa allora che cazzo stai aspettando pvendimi!!!
“Ti ho lasciato stare”, ha continuato, “perché tu quella sera mi hai detto che volevi essere lasciata stare”
Io gliel’ho detto? “Io te l’ho detto?”
Sì…a quanto pare prima di dormire gli ho dato un bacio in fronte stile benedizione ai puri di cuore e gli ho detto “Filippo, io ho bisogno di non avere un uomo intorno in questo momento”
Io gli ho detto questo? “Io ti ho detto questo?”
ormai ero diventata un disco rotto...
Maledettissima marjuana. Quella sera avevo fumato più del previsto e quando esagero non perdo lucidità, perdo memoria, piuttosto…
Lo so, quando avevo parlato della prima volta che mi sono ubriacata avevo detto che quella era l’unica volta in cui non ricordavo nulla di ciò che è successo dopo… ma quello appunto è l’alcool… Con le canne invece mi succede spesso.
Il vuoto di memoria più clamoroso risale alla prima primissima volta che ho fumato. Uscivo con Davide, cantante-cantautore-chitarrista, biondo, capelli ricci, la versione sexy dell’angelo Gabriele insomma. Una delle prime sere in cui siamo usciti mi ha chiesto se volessi farmi un tiro e perché no, chissà che per un attimo non penso al fatto che sto uscendo con questo mentre sto frequentando Mattia mentre sono ancora innamorata di Alessandro.
Ha più o meno funzionato anche se ho capito di non rientrare nella fortunata categoria di quelli che fumano e vanno in catalessi accartocciati sul divano a vedere i filippini che costruiscono casette nella giungla, no, perché io quando fumo accendo il turbo e penso, penso forte, però la cosa buona è che penso a mille cose tutte insieme per evitare di pensarne una, che solitamente è quella più importante.
Fatto sta che fatta stavo eh eh eh… sì insomma… Davide viene a casa da me o meglio a casa di Vanni nel Grande Paese, passiamo tutta la notte fino al mattino a parlare e limonare e parlare e limonare e non gliela do, non volevo aggiungere casino ai casini e quindi non gliela do.
Con fierezza e orgoglio, mentre raccontavo a Vanni della serata, gli ho sottolineato che no, non ci sono andata a letto, lui voleva ma io no, ormai a 19 anni sono una donna cresciuta, gli avevo detto, ho smesso di andare col primo che capita…
Io e Davide approfittando dell’ennesima rottura con Mattia iniziamo a frequentarci, al terzo-quarto appuntamento ci ritroviamo di nuovo a casa mia-barra-casa di Vanni, iniziamo a limonare e lui vorrebbe andare oltre e io di nuovo "no", gli ho detto, "voglio fare le cose con calma"
“Vabbè ma questo step è andato”, mi ha risposto lui
“E dov’è andato scusa?”
“Nel senso che ..sì… sai…”
“Nel senso che…?”
“Nel senso che abbiamo già fatto sesso”, mi ha risposto lui.
Ho fatto sesso con lui? “Ho fatto sesso con te?”
Ebbene sì, io pensavo che lo stesse dicendo per portarmi a letto con l’inganno, invece alla fine ho convenuto che sì, la prima sera che avevo fumato avevamo fatto sesso quando siamo saliti da Vanni dopo aver mangiato un gelato e io non ricordavo minimamente nè di aver fatto sesso nè di aver mangiato il gelato.
Probabilmente non vi frega un cazzo nemmeno di questa parentesi, ma la morale è che quando qualcuno mi racconta cose dette o fatte quando sono fatta io gli credo sulla parola, anche se sono cose assurde del tipo 'voglio stare senza un uomo'... porca paletta e rastrello questa è tutta colpa della coscienza filofemminista.
Vabbè, ormai è andata, per non sembrare più bipolare di quel che sembro ho dovuto rispondere a Filippo con tono risoluto
“Certo, certo, ma infatti è così… Ho deciso di stare sola in questo periodo”
e se in quel momento fosse comparsa la notifica sul telefono di un messaggio su Tinder sarebbe stato davvero davvevo un momento epico.
“Però potremmo essere amici.. no?... Che ne pensi?”
Penso che la mia pazienza abbia più limiti della resistenza epatica, brutto pezzo di biscotto spappato... Quest’altra ci mancava! Prima mi dice quelle belle parole sui sogni e sulla casa al mare, po mi ghosta, due volte, adesso viene qui col prode Spartano che sventola la resa e mi friendzona. Mi friendzona.
Forse non ti è chiaro, ma questo è il momento della favola in cui dovresti lottare per me: "LOTTERÒ - LO OTTERRÒ - LO TERRÒ"... Hai mai visto un film che finisce con 'E vissero tutti friendzonati e contenti'?
Chiaramente invece gli ho risposto bonariamente che "perché no, amci sia"... Ma dimmi te quanto è cretino… cioè… si sta perdendo gli anni migliori delle mie tette… quanto ben di Dio sprecato.
E così dopo aver piacevolmente chiacchierato un altro po’, ci siamo salutati con la promessa di andarci a prendere presto una birra, birra che quando ho chiuso la porta per il momento mi sono scolata da sola, ringraziando il tempismo perfetto, almeno stavolta, di andare proprio giorno dopo in vacanza per un mese al Piccolo Paese 2.
Ciliegina sulla torta? Glandani nel frattempo aveva messo like alla mia immagine del profilo.